Che non tutti abbiano preso di buon grado l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti è cosa palese: dal giorno della sua (per molti sorprendente) elezione migliaia di persone stanno sfilando nelle maggiori città USA per protestare contro il magnate americano. Da Los Angeles a Detroit, da Minneapolis a Kansas City, da Olympia a Washington: l’urlo “Not my president” si è sentito ovunque, ma è New York la città con il grado più elevato di protesta. Il suo grattacielo sulla Fifth avenue, in particolare, è diventato il luogo di maggior concentrazione del malcontento, con ripercussioni per residenti e mondo retail.
La Trump Tower, emblema dell’impero Trump, è un grattacielo di 58 piani a utilizzo promiscuo, vi sono infatti sia uffici sia appartamenti residenziali, e uno dei simboli di New York nella cultura popolare – è qui che veniva ambientato il reality show “The Apprentice”, con Trump come protagonista. Tra gli ex inquilini celebri si annoverano Michael Jackson, il pianista Liberace e Andrew Lloyd Webber. Ebbene, con la candidatura prima, e l’elezione poi, di Donald Trump la vita per tutti gli altri inquilini del palazzo si è fatta più difficile, visto che sono costretti a subire tanto i supporter quanto i protestanti.
Le ripercussioni sono evidenti: chiunque abiti nel grattacielo deve venire, ogni volta che entra ed esce, schedato dalla polizia. I servizi segreti sono già dovunque, e il traffico per pedoni ed automobilisti nella zona è diventato davvero insostenibile. E tutto questo non può che indisporre i ricchi inquilini, abituati a ben altro genere di trattamento.
Ancora peggio, forse, va per i negozi presenti nella struttura: da Gucci a Tiffany, questi imperi del lusso e dello shopping sono da settimane deserti, con chiare ripercussioni in termini di fatturato.
Fonte: https://www.immobiliare.it/news/trump-tower-dura-vita-per-gli-inquilini-29076