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Uffici e immobili commerciali: le previsioni per questo comparto

Forte l’impatto del Covid-19 sul mercato immobiliare del nostro Paese. A rallentare infatti non è solo il comparto residenziale, ma anche la vendita e l’acquisto di immobili commerciali.

Stand-by delle compravendite per l’impresa

Dopo anni difficili, caratterizzati da una lenta ripresa delle compravendite in questo settore, il 2019 aveva evidenziato un andamento incoraggiante delle transazioni immobiliari relative a negozi e uffici, salite rispettivamente del 6,5% e del 4,8%.

Una dinamica, questa, messa momentaneamente in pausa a seguito dell’emergenza Covid-19 che, come osserva anche il Gruppo Tecnocasa in una sua recente nota, rischia di impattare in maniera considerevole sul futuro dell’intero settore.

Uffici, tra smart working e cambio di destinazione

Nonostante le preoccupazioni del caso, però, emergono segnali importanti secondo quanto registrato dal Gruppo. Anche se molte aziende stanno sperimentando largamente lo smart working, non sembrano esserci evidenti cambi di rotta per ciò che riguarda l’interesse dei compratori per gli uffici. Negli ultimi anni gli esperti hanno visto consolidarsi un vero e proprio trend che caratterizza questo comparto: sono stati numerosi gli uffici, soprattutto quelli più obsoleti e situati in quartieri residenziali, acquistati con l’obiettivo di essere trasformati in immobili a uso abitativo. In questa nuova fase bisognerà capire se la domanda nel settore residenziale confermerà questo trend, alimentando la richiesta di uffici.

Cresce la cautela degli investitori

Soprattutto per i negozi si registra attualmente un atteggiamento di maggiore cautela da parte degli investitori che, seppur interessati agli immobili commerciali, stanno prendendo tempo per finalizzare le compravendite. In generale sembrano comunque attenti alle opportunità offerte dal mercato, ma il timore riguarda i canoni di locazione che oggi sono interessati da numerose rinegoziazioni. Calano le richieste di coloro che intendevano aprire un’attività prima dell’emergenza sanitaria, progetti rimandati per lo più a quando la situazione risulterà essere più stabile. Questo comparto, nei fatti, sembra essere maggiormente in crisi nelle città con ampia vocazione turistica.

di Francesca Lauritano

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