Nel 2025, Osaka ospiterà l’Esposizione universale: in attesa dell’evento, ammiriamo i padiglioni più stupefacenti realizzati per l’edizione tenutasi nella stessa metropoli giapponese oltre cinquant’anni fa, con il tema “Progresso e armonia per l’umanità”.
Perfetti esempi dell’architettura futuristica del Paese del Sol Levante.
Expo 1970: la torre simbolo
L’unico padiglione dell’Expo 1970 che si può ancora ammirare è la Torre del Sole, ora all’interno del parco commemorativo creato alla conclusione della manifestazione. Si tratta di una costruzione alta 70 metri realizzata dal celebre artista nipponico Taro Okamoto, che ha voluto rappresentare l’energia di tutti gli esseri viventi attraverso tre facce diverse:
- una nera per il passato;
- una dorata per il futuro;
- il volto del Sole per indicare il presente.
L’interno è altrettanto stupefacente, con l’Albero della Vita a cui sono appesi oltre 290 modellini che riproducono il mondo animale e l’evoluzione delle specie.
Toshiba-IHI, “luce per l’uomo”
Realizzato da uno dei fondatori del movimento di avanguardia metabolista Kisho Karokawa, che si avvalse dell’aiuto del computer, questo padiglione sviluppava il tema “luce per l’uomo” e si presentava come uno spiazzo coperto da un’enorme cupola sostenuta da 1500 tetraedri.
Per visitarla e assistere alla proiezione del documentario sul mondo di domani, era necessario salire su una piattaforma rotante.
Takara Beautilion: un edificio in continuo movimento
A Kisho Karokawa si deve la creazione anche del Takara Beautilion, una struttura realizzata con tubi di acciaio e pavimenti in moduli prefabbricati che appare volutamente incompiuta per dare l’idea di un edificio in continua espansione.
Un UFO all’Expo
Stupefacente era anche il Padiglione dell’Associazione giapponese del gas: un UFO con un’apertura sulla facciata che ricordava una bocca, realizzato dallo studio di architettura Obayashi.
All’interno, i visitatori erano accolti da… risate: gli schermi proiettavano infatti il film “La storia della risata”, mentre sulla parete si poteva ammirare l’affresco realizzato dall’artista spagnolo Joan Miró dal titolo “Il riso innocente”.
Padiglione Sumitomo, mix fra modernità e tradizione
Un altro edificio che lasciò di stucco i visitatori dell’Expo di Osaka del 1970 è il Padiglione Sumitomo, realizzato dall’architetto Sachio Otani: nove dischi volanti circondati da scalinate in metallo.
Una struttura futuristica che all’interno rimandava invece al mondo della tradizione e in particolare a quello delle fiabe, con bambole e burattini.
di Laura Fabbro
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