Con la pandemia abbiamo ampliato l’uso che facevamo dei dispositivi digitali e così il futuro degli italiani si prospetta più tecnologico. Il 54% dei cittadini oggi afferma che connettività e rete fissa sono diventate una necessità a cui non può rinunciare, anche se manca trasparenza nelle offerte proposte dagli operatori.
Un balzo in avanti è stato fatto anche per quanto riguarda telemedicina e sanità digitale, con l’Italia che si colloca ai primi posti tra i Paesi dell’Unione europea. A fotografare la situazione è l’EY Digital Home Study.
Aumenta la confidenza con il digitale
In quest’ultimo anno e mezzo di chiusure e distanziamento sociale, abbiamo imparato a conoscere meglio quegli strumenti che ci connettono da remoto. E così gli italiani hanno sperimentato nuovi servizi digitali, persino in misura maggiore rispetto a quanto è accaduto nel resto d’Europa. Il 32%, per esempio, ha utilizzato per la prima volta una videochiamata per questioni di lavoro. In Francia questa novità ha riguardato solo il 20% della popolazione e in Germania il 18%.
Ma una vera scoperta, non per tutti positiva, è stata la didattica online, quanto meno per il 30% degli italiani e solo per il 12% dei francesi e per l’11% dei tedeschi. Il 23% dei cittadini, infine, ha imparato a usare i servizi sanitari digitali, il 10% in più rispetto ai due Paesi con i quali ci stiamo confrontando.
Previsioni per il futuro
Sicuramente lo smart working, e di conseguenza chat di lavoro e videochiamate, resteranno con noi ancora per un po’ anche se forse saranno utilizzati in misura minore.
Allo stesso tempo, è aumentata l’attenzione verso la qualità dei dispositivi e dei servizi digitali, a causa della paura di possibili violazioni della privacy, ma soprattutto di un impatto negativo della tecnologia sul benessere e sulla salute. L’offerta, quindi, sarà destinata ad adeguarsi ai nuovi standard.
di Giulia Dallagiovanna
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