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E se il Superbonus mettesse a rischio la sicurezza dell’edificio?

Fra risparmio energetico e sicurezza, il secondo quando si parla di un edificio è decisamente il requisito più importante. Se il Fisco sostiene sia gli interventi di messa in sicurezza sia quelli per migliorare l’efficienza energetica, secondo Michele Di Lorenzo, senatore del Collegio degli ingegneri di Napoli, il Superbonus energetico in questo momento rischia di mettere in pericolo la sicurezza degli edifici. Ed è per segnalare questo rischio che lo stesso ha scritto al Capo dello Stato per modificare il decreto ministeriale relativo al Sismabonus.

Le premesse delle osservazioni riguardano l’età avanzata del nostro patrimonio immobiliare e la durata dei materiali usati per le costruzioni. Come ha riportato Corriere.it, citando le perplessità di Di Lorenzo, è bene ricordare che solo dal 1971 è stato introdotto il deposito certificato degli elaborati progettuali al Genio Civile ma purtroppo 7 milioni di edifici risalgono a prima di quegli anni, in particolare all’epoca del boom del dopoguerra, rispondendo alle normative stabilite nel 1939.

Edifici quindi di cui non esiste uno storico progettuale, di cui non si conoscono i grafici esecutivi, i particolari costruttivi né le specifiche dei materiali impiegati o tantomeno eventuali varie modifiche e cambiamenti apportati negli anni.

I problemi legati agli edifici più “datati”

Uno dei problemi messi in luce dall’ingener Di Lorenzo riguarda il cemento armato, materiale che un tempo era considerato quasi eterno mentre recenti studi ne indicano la durata in decenni, a causa di reazioni chimiche di alcune sue componenti con l’anidride carbonica che purtroppo cresce sempre più nell’aria soprattutto delle grandi città. È il cosiddetto fenomeno della carbonatazione che, secondo gli esperti, è stata una delle concause del crollo del Ponte Morandi a Genova.

Per questo, nella normativa sul superbonus secondo l’esperto andavano prescritti non solo controlli sulle prestazioni energetiche degli edifici ma anche e soprattutto sulla loro situazione statica, in modo da poter disporre il consolidamento delle strutture laddove necessario con lavori che comunque sfrutterebbero le agevolazioni previste dallo Stato in materia di detrazione fiscale.

Per portare un esempio concreto, come cita Corriere.it, si pensi ai cappotti termici e ai pannelli che fasciano le strutture portanti: se la struttura non è solida questi andrebbero a nascondere alla vista, definitivamente, eventuali fessurizzazioni che dovessero verificarsi, ovvero il primo ed evidente segnale d’allarme sulla salute dell’edificio.

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