Sta per nascere una nuova tassa, già ribattezzata Local Tax. Nuova, in realtà, non è l’aggettivo più adatto, considerando che si tratta dell’accorpamento di due imposte già esistenti: Imu e Tasi. La prima riguarda solo le seconde case, mentre la seconda viene amministrata dal Comune e serve per finanziare i servizi pubblici per la comunità, come la pulizia o l’illuminazione delle strade. Nella bozza della Manovra economica 2020, inviata di recente al Senato, le due appaiono unite, con un’aliquota dell’8,6 per mille.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiarito che questo provvedimento non provocherà alcun aumento della pressione fiscale, in quanto l’importo totale dovrebbe comunque rimanere invariato. Esiste però un fattore che va tenuto in considerazione: i sindaci avranno la facoltà di aumentare l’aliquota fino al 10,6 per mille, con il tetto che potrebbe salire all’11,4 per mille nel 2020.
Questo meccanismo non riguarda chi paga già il massimo dell’aliquota Imu, come accade in alcune grandi città tra le quali Milano, Roma e Firenze. Dovranno invece prestare più attenzione i cittadini di centri urbani che, seppur di dimensioni elevate, non sono metropoli: secondo un’analisi dell’Istituto nazionale esperti contabili, nel peggiore degli scenari a fine anno si potrebbe andare incontro a un aumento di 235 euro. Con delibera comunale sarà possibile anche decidere di ridurre l’imposta fino ad azzerarla, o di escludere dal prelievo immobili di pregio, ville e castelli, per i quali la tassa è applicata anche quando si tratta di prima casa.
di Giulia Dallagiovanna
Questo post Manovra 2020: in arrivo la Local Tax, che unisce Imu e Tasi é pubblicato da Immobiliare.it.