Sappiamo bene che le inefficienze della Pubblica Amministrazione sono uno dei fattori che rendono l’Italia un mercato poco interessante per gli investitori stranieri; tuttavia, gli ultimi dati divulgati dal Politecnico di Milano ci offrono una prospettiva, per certi versi, ancora più drammatica, visto che ci ricordano che a penalizzare il Paese sono anche i lunghissimi tempi necessari per l’ottenimento di permessi edilizi o l’approvazione di strumenti urbanistici. Il rapporto redatto dall’Osservatorio permanente della Pubblica Amministrazione locale (Oppal) su “Efficienza dei processi concessori” offre interessanti spunti di riflessione.
L’indagine appena comunicata è riferita al 2015 e non è completa perché su 118 capoluoghi di provincia interpellati dal Politecnico, hanno risposto al questionario solo in 40. Ad ogni modo, tra la presentazione di una domanda di permesso di costruire e il suo rilascio (o diniego) sono passati mediamente 97 giorni (erano 80 nel 2014): un rallentamento, questo, ancor più sentito nel Centro Italia, che è passato da 75 a 146 giorni di attesa. Va meglio solo a Nord, dove i tempi di attesa sono passati da 81 giorni nel 2014 a 75 nel 2015.
La città più lenta a rilasciare o negare permessi è stata Lucca, anche 500 giorni d’attesa, mentre la più veloce è stata L’Aquila (30 giorni).
I tempi si allungano e i lavori effettuati diminuiscono: le SCIA – segnalazioni certificate di inizio attività – nel 2015 sono diminuite del 13%; le Comunicazioni di inizio lavori (Cil) e le Comunicazioni di inizio lavori asseverate (Cila) sono aumentate solo al Nord.
Va meglio per l’approvazione degli strumenti urbanistici: nel 2015 i comuni hanno impiegato mediamente nove mesi (uno in meno rispetto al 2014), anche se al Nord da una media di sei mesi si è passati a sette. Si sono uniformati i costi degli oneri di urbanizzazione, ormai simili in tutta Italia.
Fonte: immobiliare.it