Roma e i suoi edifici corrono un grosso rischio. A lanciare l’allarme è l’ordine degli ingegneri romani, che ha trovato oggi spazio fra le colonne de Il Tempo. L’80% degli edifici della Capitale conta più di 80 anni e terremoti, frane e smottamenti potrebbero causare gravi danni e addirittura crolli. La discussione su quanto il patrimonio di Roma sia fragile di fronte alle intemperie non è nuova, se ne era parlato a lungo nel 2014 quando grosse quantità di pioggia avevano causato danni ed eventi franosi.
Le zone più a rischio, secondo gli esperti, sono 20 e sono comprese fra il centro storico e l’Eur. Anche se in un documento del 2014 si parlava addirittura di 350 aree in pericolo. Se a Milano è già stato strutturato un piano di interventi per la manutenzione e il recupero degli edifici più vecchi, a Roma questo manca e ciò implica rischi che crescono di anno in anno.
Gli esperti raccontano di come nelle 20 zone rosse, fra cui Monte Mario, Monte Ciocci e Parco del Pineto, il rischio idrogeologico deriva non solo dall’età degli immobili, quanto anche dagli interventi dell’uomo sul territorio. In alcune aree, per esempio, si sono scavate in passato cave di tufo o di argilla per costruire mattoni. Questo porta il terreno ad essere quasi cavo e a non reggere il peso degli edifici come un tempo. Se a ciò si aggiungesse una quantità abbondante di precipitazioni, il rischio frana è altissimo. Una situazione allarmante su cui si torna a puntare il dito in attesa di provvedimenti che rendano il prezioso patrimonio capitolino sicuro e stabile.
Fonte: https://www.immobiliare.it/news/a-roma-troppi-edifici-vecchi-sono-a-rischio-30337