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Congedo parentale: 10 giorni per i neo-papà ed estensione del congedo indennizzato

Lo scorso 22 giugno, il Consiglio dei ministri ha licenziato un decreto contenente importanti novità sul fronte del congedo parentale per entrambi i genitori.

La misura è volta a dare una risposta alla direttiva dell’Unione Europea che invita a: “promuovere il miglioramento della conciliazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare per tutti i lavoratori che abbiano compiti di cura in qualità di genitori o di prestatori di assistenza, i cosiddetti caregivers, al fine di conseguire una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e di promuovere un’effettiva parità di genere sia in ambito lavorativo, sia familiare“.

Vediamo le nuove misure introdotte.

10 giorni di congedo per i neo papà

Tra le principali novità l’introduzione di un congedo parentale obbligatorio per tutti i neo-papà di 10 giorni lavorativi.

I neo-genitori potranno beneficiare di questi giorni di permesso nel periodo che va dai 2 mesi precedenti il parto sino ai cinque mesi successivi allo stesso e sia in caso di nascita sia di morte perinatale del bambino.

Questa possibilità va ad affiancare il congedo di paternità cosiddetto alternativo, che viene attuato esclusivamente in caso di morte del neonato, di grave malattia o di abbandono del neonato da parte della madre.

Da 6 a 9 mesi di congedo parentale indennizzato

È stato poi esteso da 6 a 9 mesi il congedo parentale indennizzato.

La copertura dell’indennità è del 30%. Non solo: anche il periodo in cui è possibile beneficiare del congedo è stato ampliato passando dai 6 ai 12 anni d’età dei figli.

Genitore solo

In caso di nuclei familiari monoparentali, ossia formati da un solo genitore, il diritto al congedo parentale è stato esteso di un mese, passando da 10 a 11 mesi complessivi.

Lavoratrici autonome

Qualche tutela in più anche per le lavoratrici autonome e professioniste, che vedono estesa anche a loro la copertura per periodi di astensione anticipata dal lavoro in caso di maternità a rischio.

Datori di lavoro: cosa cambia

In caso di richieste di smart working , i datori di lavoro, sia pubblici sia privati, sono tenuti a dare la precedenza alle richieste di dipendenti con figli fino a 12 anni di età o senza alcun limite di età nel caso di figli con disabilità.

Lo stesso vale anche per chi presta assistenza a persone non autosufficienti, i cosiddetti caregiver.

Le sanzioni

I datori di lavoro che non rispetteranno le nuove misure a sostegno della genitorialità verranno puniti con sanzioni e, qualora ne avessero fatto richiesta, non potranno ottenere la certificazione della parità di genere se negli ultimi due anni non avranno garantito l’applicazione dei congedi parentali e delle nuove misure di sostegno.

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