Perché una tettoia possa ottenere il permesso di costruire in sanatoria bisogna capire se si tratta di una nuova costruzione. Ma, ancora prima, è fondamentale che non generi un danno al paesaggio, altrimenti il Comune avrà la facoltà di abbatterla.
Lo spiega il Consiglio di Stato, che ha ribaltato una precedente sentenza del Tar e ha evidenziato come in materia di tettoie e sanatorie si debba valutare con attenzione ogni singolo caso avendo bene in mente un obiettivo: la tutela del paesaggio. Ecco i dettagli.
Il caso in esame
Nel 2003 un cittadino ricevette l’autorizzazione a realizzare un pergolato per un’area verde. In seguito, però, il pergolato fu rivestito di con materiale stabile (ondulina imbullonata) e trasformato in copertura di un parcheggio.
Il responsabile dei lavori non ha chiesto un nuovo permesso per apportare questa modifica, sostenendo che si trattasse solo di una ristrutturazione senza aumento della superficie. Il Comune prima e il Tar dopo, invece, ritenendo la tettoia una nuova costruzione, per la quale sarebbe stato necessario chiedere il permesso, hanno negato la sanatoria.
Il Consiglio di Stato si è espresso in maniera diversa. La tettoia in questione non si qualifica come una nuova costruzione, perché non è stata realizzata ex-novo bensì ha sostituito la precedente copertura. Inoltre essa non ha comportato un cambio di utilizzo del manufatto, che anche prima poteva comunque fungere da riparo per l’auto. Via libera dunque alla sanatoria? No, il caso va riesaminato valutando come sia stata costruita la tettoia.
La preminenza dell’aspetto paesaggistico
Sia il Comune sia il Tar si sono soffermati sui permessi edilizi, ma il CdS ha spiegato che la tutela del paesaggio ha una “valenza preminente”. È facoltà degli Enti locali, infatti, ordinare la demolizione di un manufatto che, sebbene in regola dal punto di vista della potenzialità edificatoria, arrechi un danno al paesaggio. Per questo non solo sarà necessario condurre un’istruttoria sulla tettoia in esame tenendo conto di tale fattore, ma ogni singolo caso del genere andrà valutato con attenzione.
di Laura Fabbro
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