Quali sono i benefici del lavoro flessibile per l’economia locale? Numeri alla mano, si tratta di oltre 13 milioni di euro di valore aggiunto per ogni nuovo spazio aperto. La Flex Economy applicata agli uffici avrà dunque un grande impatto sul mercato immobiliare, e non solo.
Una nuova concezione di ufficio
Una recente analisi commissionata da Regus – società parte del gruppo Iwg – a un team di economisti, e resa nota in anteprima da Il Sole 24 Ore, ha cercato di quantificare l’impatto che la Flex Economy nel mondo del lavoro porterà alle varie economie locali.
L’indagine ha elaborato i dati di ben 19 Paesi che, sempre di più, stanno facendo i conti con il cosiddetto lavoro flessibile mettendo in luce nuove prospettive non solo per le zone centrali delle città, ma anche per le aree suburbane. Una tendenza che si rivela oggi largamente applicata soprattutto dalle grandi aziende, pronte a proporre ai propri dipendenti politiche lavorative innovative fondate sulla flessibilità: una strategia finalizzata ad aumentare la produttività, che potrebbe portare un impatto economico importante a livello locale.
Quali prospettive per il settore?
Un incremento di 218 posti di lavoro per ogni nuovo spazio di flex working: questa la stima rilevata da Regus, che varia da Paese a Paese a seconda dei fattori culturali e delle dimensioni degli ambienti stessi. In Italia, ad esempio, in media si creano 200 nuovi posti di lavoro ad ogni inaugurazione di spazi di lavoro flessibile, per un valore aggiunto pari a 13,82 milioni di euro. In quest’ottica non sono da trascurare anche i benefici a livello sociale: i lavoratori perdono meno tempo negli spostamenti, con una media di risparmio dei livelli di pendolarismo in Italia pari a 7.416 ore.
di Francesca Lauritano
Questo post Flex Economy per gli uffici: quale impatto sul mercato immobiliare? é pubblicato da Immobiliare.it.