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Gas: nuove regole e un indice nazionale contro gli aumenti

Con il caldo straordinario di questa estate e in particolar modo di questi giorni risulta difficile pensare al freddo dell’inverno, eppure è proprio in questo momento che ci si sta preoccupando dei rifornimenti di gas.

La situazione non è rosea e Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha segnalato al Parlamento che se le quotazioni resteranno quelle attuali, la spesa per il gas raddoppierà nel trimestre ottobre-dicembre.

Tra i cambiamenti che preoccupano anche l’annuncio di cambiamenti relativi alle modalità con cui si stabilisce il prezzo del gas in regime di tutela.

La questione è particolarmente critica: nel mercato tutelato vi sono oltre sette milioni di italiani e molti di questi fanno parte delle fasce deboli e a minor reddito, per i quali un rialzo così importante risulterebbe insostenibile.

Sempre Arera spiega inoltre che molti operatori sono a rischio default e che un loro eventuale fallimento porterebbe i clienti degli stessi a passare al regime di ultima istanza, più caro rispetto a quello di della tutela. Vediamo ora nel dettaglio i cambiamenti che riguardano i consumatori in regime di tutela.


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Tariffe aggiornate ogni mese

Le tariffe saranno aggiornate ogni mese, non più ogni trimestre, in questo modo gli aumenti verranno spalmati e il consumatore potrà avere maggiore consapevolezza degli stessi.

Inoltre se l’Unione europea metterà un tetto al prezzo del gas se ne potrà beneficiare a partire dal mese successivo, senza dover aspettare un lasso di tempo più lungo. Questa modifica fa inoltre sì che il mercato in regime di tutela si allinei al mercato libero, che prevede già un aggiornamento mensile.

Psv: l’indice di prezzo italiano

Il nostro Paese non seguirà più l’indice olandese Ttf forward, che definisce il costo del gas per i tre mesi successivi ma il Psv, il Punto di scambio virtuale, un prezzo italiano stabilito mensilmente.

Il Ttf rimane ovviamente un prezzo guida, che influenza gli altri a livello europeo, però con l’introduzione di un indice nazionale l’Italia potrà controllare maggiormente il prezzo e introdurre misure come ad esempio un tetto massimo.

Un aiuto anche per gli operatori

Oggi i gestori acquistano gas sul mercato a 200 euro/MWh, per poi rivenderlo agli utenti a 150 euro, secondo le condizioni stabilite a fine giugno da Arera.

Così facendo gli operatori stanno perdendo moltissimo denaro e sono a rischio fallimento. Le nuove misure introdotte fanno in modo che il prezzo pagato all’ingrosso si avvicini il più possibile al prezzo poi applicato all’utente finale, favorendo così gli operatori.

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