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I nidi in casa: ecco come adeguare l’immobile

Avete mai sentito parlare di Tagesmutter? Letteralmente “madre di giorno”, è il nome tedesco con cui vengono chiamati i nidi in casa, delle iniziative nate nell’Europa del Nord che ormai stanno prendendo piede anche da noi, in primis in Trentino Alto Adige e poi via via ovunque. Si tratta di veri e propri asili nidi ricreati però all’interno delle mura domestiche: una forma imprenditoriale particolarissima, questa, che da un lato offre una professione a chi non ce l’ha e dall’altro garantisce un sostegno a quei genitori che non riescono ad accedere alle graduatorie per gli asili pubblici ma hanno comunque bisogno di aiuto ad un costo più basso dei nidi privati.

Immobiliare.it ha preparato un vademecum per disegnare la casa perfetta in cui avviare un nido in famiglia, che sia a prova di bambino ma anche a norma di legge. Vediamo assieme quali suggerimenti seguire.

Attenti alle normative

Chi volesse dare vita ad un nido in casa dovrà, in prima battuta, verificare quale sia la normativa in vigore nella regione di residenza: anche se esistono delle regole valide in tutto il Paese, vi sono differenze di tipo amministrativo. Quello che suggeriamo, in primis, prima di cercare un immobile da adibire ad asilo casalingo, è di consultare bandi e norme della propria regione di appartenenza. Potrebbero oltretutto esserci dei bandi per la ristrutturazione e la riorganizzazione degli spazi.

Occorre sapere, inoltre, che non esistono restrizioni sul tipo di contratto con cui la Tagesmutter occupa l’appartamento: basta che sia quello in cui si vive stabilmente, di proprietà, in locazione o in comodato d’uso. Se vi è un accordo tra le parti l’attività può avere luogo anche nei locali condominiali, a patto che siano conformi alle regole.

Quanti bambini più avere un’educatrice? Il numero varia a seconda delle regioni: solitamente sono 4 o 5, ma in Abruzzo, ad esempio, si può arrivare fino a 10. È fondamentale, però, che ad ogni bambino corrispondano 4 metri quadrati, in uno spazio della casa separato dagli altri locali ad uso privato e soprattutto dalla cucina, perché i bambini devono poter gattonare o camminare senza rischi; in alcune regioni è obbligatorio disporre anche di spazi esterni. Se si vive in un palazzo, occhio al regolamento condominiale: spesso, ad esempio, è vietato il passaggio di molte persone, per non disturbare gli altri inquilini.

Gli ambienti devono essere a misura di bambino

Inutile dire che l’ambiente interno del nido in casa deve essere curato il più possibile: i locali devono essere sempre puliti, luminosi e areati (spesso, oltretutto, le regioni vietano che siano nei seminterrati). L’immobile scelto deve avere la dichiarazione di abitabilità e impianti elettrici, idrici e del gas a norma, con manutenzione certificata e documentata. Tutto deve essere a misura di bambino: ad esempio, le prese di corrente negli ambienti riservati a loro devono essere coperte, mentre l’arredamento deve essere funzionale ai più piccoli (i paraspigoli non dovranno mancare). Le pappe vanno  preparate in cucina, ma questa deve essere molto lontana dall’area gioco; il bagno può essere quello che usa la famiglia, ma deve esserci un fasciatoio per i cambi. Serve, infine, uno spazio da adibire a zona riposo, in cui disporre i lettini: sarebbe meglio che quest’area sia staccata dall’area gioco, ma non ci sono obblighi definiti.

E le tasse?

Quella delle Tagesmutter non è valutata come attività commerciale fonte di reddito: di conseguenza le imposte previste per la casa vengono calcolate come un’abitazione comune.

 

Fonte: https://www.immobiliare.it/news/i-nidi-in-casa-ecco-come-adeguare-l%e2%80%99immobile-30068