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L’investimento nel mattone piace, non solo in Italia: ecco perché

C’è chi desidera integrare la pensione, chi vuole assicurarsi un’entrata fissa in un momento di incertezza dal punto di vista lavorativo e chi, ancora, preferisce rendimenti bassi ma sicuri: le ragioni per le quali il mattone piace sempre di più sono tante. Ma c’è un modo per aumentare i profitti derivanti da un immobile in affitto?

Rendimenti costanti da oltre cento anni

Come riportato da un articolo di Wall Street Italia, tra le ragioni per cui molti preferiscono gli investimenti immobiliari a quelli in borsa c’è la maggiore prevedibilità del loro andamento: un recente studio di Credit Suisse ha infatti rivelato che, al netto dell’inflazione, dal 1900 al 2017 il rendimento annuo del mattone è stato pari al 4,8%. Leggermente inferiore a quello dei mercati azionari (5,2% annuo), ma con una volatilità inferiore: 11,7% contro 17,4%.

Il luogo è fondamentale

Come scegliere l’immobile giusto in cui investire? Prima di tutto valutando molto bene il luogo e il mercato e prestando attenzioni a fattori quali sostenibilità e sicurezza. Il professore di Economia e Investimenti dell’Università di Torino, Paolo Turati, ricorda infatti che sono le grandi aree metropolitane e le cosiddette “smart city” ad attrarre maggiormente gli investitori, come confermano i casi di Milano e Roma. Altri fattori da valutare sono il budget che si può investire, con o senza prestiti, le proprie capacità di risparmio e la situazione lavorativa.

Il mattone piace anche in Europa

Dato che l’Italia è sempre stata un Paese di “proprietari di casa”, l’interesse per questo genere di investimenti non lascia stupefatti. Ciò che colpisce è il numero di compravendite realizzate nelle altre nazioni: un esempio è la Francia, dove le transazioni immobiliari sono aumentate del 10% in un anno. Nella capitale transalpina, quasi un immobile su tre comprato nel 2018 era finalizzato all’investimento. Del resto, il rendimento stimato è fra il 3% e il 5%: se guardiamo al ventennio 1998-2018, scopriamo che l’immobiliare ha garantito un ritorno fino al 10%, a seconda del settore: persino più dell’oro (+7,4%) e dell’azionariato (+5,1%).

di Laura Fabbro

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