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Pnrr: si parte con 2,8 miliardi di progetti per la rigenerazione urbana

Con il decreto firmato pochi giorni fa dal Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prende avvio: sono stati scelti 159 progetti che puntano a ridisegnare il volto di città e periferie grazie alla riqualificazione di aree degradate, alla ristrutturazione di case popolari, alla riconversione di edifici pubblici e molto altro.

Per attuare questi interventi sono stati stanziati 2,82 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi provenienti dal Pnrr e 20 milioni da residui di fondi nazionali. I tempi, però, sono stretti: c’è tempo solo fino al 31 marzo 2026 per concludere tutte le opere.

L’obiettivo del PinQua: migliorare la qualità dell’abitare

Il Recovery Plan parte dunque dalle città e dalle periferie grazie al PinQua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), che è stato creato nel 2019 e inserito successivamente all’interno del Pnrr: proprio il fatto che i progetti riceveranno fondi europei ha comportato una serie di vincoli, come le tempistiche ridotte (inizialmente si prevedeva che i lavori potessero terminare nel 2033), gli obiettivi da raggiungere (10mila alloggi, fra nuovi e riqualificati, e 800mila metri quadrati di spazi pubblici riconvertiti o riqualificati) e la dislocazione delle opere sul territorio (il 40% dei fondi è destinato a progetti che riguardano il Mezzogiorno e il 60% il Centro-Nord).

Per quanto riguarda gli interventi previsti, il loro obiettivo è quello di ridurre il disagio abitativo, aumentare la sicurezza e la funzionalità delle periferie nonché rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani. Il tutto “in un’ottica di sostenibilità non solo economica e sociale, ma anche ambientale”, come spiegato dal ministro Giovannini.

Qualche esempio tra i progetti scelti

Tra i 159 progetti scelti (sui 271 selezionati), 8 sono definiti “pilota” e ad alto rendimento: a Bari, per esempio, si punta a riqualificare e riorganizzare sia dal punto di vista dell’urbanistica che della mobilità la zona intorno alla stazione; a Campobasso l’obiettivo è il “potenziamento di infrastrutture e servizi di prossimità e la creazione di punti di aggregazione per favorire l’integrazione di gruppi sociali”; a Milano e Messina si lavorerà per rigenerare le periferie.

di Laura Fabbro

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