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Stadio San Siro Meazza di Milano: storia e futuro di un’architettura iconica

Il progetto del nuovo stadio di San Siro è ancora in stallo, mentre prende corpo l’ipotesi di realizzare la “Cattedrale” di Populous, scelta dalle società calcistiche milanesi, fuori città, in particolare a Sesto San Giovanni.

L’impianto sportivo del futuro, disegnato dagli architetti dello studio americano, è ispirato ai simboli di Milano: Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II.

La nuova “Cattedrale”: il futuro del Meazza

Si discute ancora sul futuro del Meazza (il vecchio San Siro), che potrebbe essere parzialmente demolito dopo i Giochi olimpici invernali del 2026 e riconvertito in un “distretto sportivo e commerciale”, in un quartiere sempre più sostenibile e in evoluzione.

Se il progetto della nuova “Cattedrale” rievoca il Duomo, Antonio Cunazza di Archistadia.it ci ricorda che il Meazza è “La Scala del Calcio”, in riferimento al celebre Teatro cittadino. “Lo stadio di San Siro – scrive – rappresenta nel modo migliore il valore, lo stile e l’eleganza che si percepiscono fra le sue rampe e le sue alte torri, e racconta da quasi un secolo la storia del calcio italiano e la tradizione sportiva di Milano e dei milanesi”.

Da stadio all’inglese a icona stratificata del cambiamento

Dal primo fischio di inizio del 19 settembre 1926, e la disputa del derby Milan – Inter, a oggi, quello che doveva essere il simbolo di un’area polisportiva cittadina adiacente all’Ippodromo del Trotto, è diventato un’icona mondiale del calcio.

San Siro è il nome della vicina chiesa alla Vepra costruita prima dell’anno 1000 d.C.. Ma il rettangolo di erba naturale, dove decine di calciatori hanno sollevato importanti trofei in questi 95 anni, non è soltanto un perfetto stadio all’inglese.

I progettisti, Alberto Cugini e Ulisse Stacchini, lo avevano immaginato secondo i gusti del tempo, adornato di elementi tardo-neoclassici all’esterno. Tenendo conto che il pallone dell’epoca non era certamente un affare milionario e un indotto economico come lo è oggi.


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È con il progetto dell’ing. Bertera e dell’arch. Perlasca che il Meazza assume la forma “a catino”, divenendo fino al 1950 lo stadio più capiente al mondo.

Dopo un dibattito sul possibile trasferimento delle squadre all’Arena civica, nel 1955 prevalse la scelta della conservazione, affidando un progetto all’ing. Calzolari e all’arch. Ronca. Sorgeva, così, il secondo anello di gradinata a sbalzo, il quale si reggeva staticamente su un fascio di rampe elicoidali che avvolgeva esternamente la struttura originale.

Da stadio all’inglese il Meazza comincia ad acquisire un senso milanese, l’immagine di una Milano che cambia e che ancora oggi continua il suo percorso verso il cambiamento. Ma il terzo anello arriverà solamente in occasione dei mondiali di Italia ’90, dopo la firma sul nuovo progetto degli architetti Ragazzi e Hoffer.

Il San Siro oggi è come una matrioska architettonica che conserva le stratificazioni del cambiamento, come una roccia che sedimenta quasi un secolo di storia.

di Nicola Teofilo

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