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Stop alla vendita o all’affitto se la casa consuma troppo: cosa potrebbe cambiare con le nuove direttive europee

Il taglio delle emissioni di anidride carbonica, la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050, la riduzione dell’inquinamento: la battaglia per la sostenibilità ambientale si combatterà anche attraverso un cambiamento del mercato immobiliare. Che, secondo quando riportato da un approfondimento sul Corriere della Sera, potrebbe essere drastico. Almeno in Europa.

La questione, che comporterebbe un effettivo blocco delle vendite o degli affitti di alcuni immobili, ruota attorno ai nuovi standard energetici che saranno proposti il 14 dicembre dalla Commissione Europea nella revisione della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia (Energy performance building directive, Epbd).

Detto in altre parole, la certificazione su cui si è al lavoro a Bruxelles sarà obbligatoria sia per gli edifici da costruire, sia per quelli da ristrutturare, sia in caso di vendita o di rinnovo dell’affitto. E se un immobile otterrà un punteggio troppo basso – indice di una prestazione energetica inefficiente, che a sua volta si traduce in consumi energetici più alti – sarà automaticamente escluso dal mercato.

Vendere e affittare: la certificazione energetica sarà decisiva?

Come specifica anche Corriere, la bozza del documento sul Rendimento Energetico deve ancora superare alcune revisioni prima della data del 14 dicembre e può naturalmente essere soggetta a modifiche.

Per il momento l’attenzione è tutta puntata sul nuovo articolo 9, dove vengono fissati gli standard di rendimento energetico degli edifici, sia pubblici sia privati, da raggiungere entro due date molto vicine. Nello specifico:

  • gli edifici pubblici di tutti gli Stati membri dal 2027 dovranno appartenere alla classe energetica F (e la G è la più bassa della scala); e e dal 2030 dovranno essere almeno di classe E.
  • Gli edifici residenziali (quindi case, appartamenti, villette, ecc.) dal 1° gennaio 2030 dovranno rientrare almeno nella classe F, per salire fino alla classe E dal 2033.

Non solo: la già citata certificazione energetica degli immobili diventerà regolata da parametri più restrittivi e uniformata per tutti gli Stati membri a un modello europeo prestabilito. In questo modo verrebbe meno un certo margine di discrezionalità di cui i singoli Stati hanno sempre beneficiato.

La certificazione sarebbe a sua volta indispensabile non solo per le ristrutturazioni, ma anche per la vendita della proprietà o per il rinnovo del contratto di affitto. E qualsiasi operazione sarebbe negata per quelle unità di classe energetica G, a meno che non ci sia un miglioramento in una classe superiore.

Le uniche eccezioni previste al momento? Pare che sole esenzioni contemplate riguardino gli edifici storici, di culto, ufficialmente protetti o temporanei, oppure inferiori ai 50 metri quadrati.

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