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Superbonus 110% per chi ha iniziato i lavori: i rischi senza cessione del credito

Per quanto riguarda il Superbonus 110%, rimane il nodo della cessione dei crediti. Secondo Enea a luglio risultavano conclusi lavori per 28,2 miliardi di euro, con una spesa prevista per lo Stato di 31 miliardi

Tuttavia, le opere ammesse per usufruire della detrazione sono molte di più: il controvalore è di 39,8 miliardi e la spesa di 43,7.

Insomma, chi ha cominciato i lavori e attualmente ha il cantiere bloccato per l’impossibilità di ottenere la cessione non solo rischia di non vedere mai concluse le opere, ma se ha già ricevuto dallo stato il credito a stato avanzamento lavori (possibile quando le opere sono concluse al 30 e al 60%) rischia di dover restituire le somme onerate di sanzioni.

Lo fa presente Ance Sicilia, mentre dal mondo delle imprese edili e dei professionisti si moltiplicano gli appelli per sbloccare la situazione.

Superbonus, come funziona la cessione del credito ai clienti professionali

Grazie all’ultimo Decreto Aiuti si riesce a intravedere una spiraglio: è possibile per le banche di cedere i crediti nei loro cassetti fiscali ai loro clienti «professionali» e alle partite Iva, indipendentemente dalla data in cui sia maturato il credito.

Vediamo come funziona il processo passo passo:

  1. il committente può scegliere se cedere il credito a un qualsiasi soggetto o cedere il credito all’impresa che effettua i lavori in cambio di uno sconto in fattura;
  2. Poi chi ha ottenuto il credito può utilizzarlo o cederlo solo a un soggetto vigilato (banca, assicurazione, società finanziaria) che può effettuare una sola cessione a un altro soggetto vigilato;
  3. se chi riceve la terza cessione è una banca può cedere alla clientela.

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Quali sono i rischi per le nuove operazioni?

Ci sono dei dubbi che le modifiche introdotte dal Decreto Aiuti siano sufficienti a risolvere la situazione.

Di certo aiuteranno le banche a smaltire i crediti maturati, ma vorrebbero maggiori assicurazioni per dare il benestare a nuove operazioni.

Il problema nasce dalla circolare 23/E delle Entrate del 23 giugno, con cui si richiede alle istituzioni finanziarie un’elevata diligenza professionale per evitare di essere considerate responsabili in solido di eventuali illeciti, con il rischio di vedersi sequestrare le somme nei cassetti fiscali. Subito dopo l’emanazione della circolare l’Abi ha invitato le associate alla massima prudenza nelle istruttorie.

La massima vigilanza delle banche

La circolare delle Entrate individua i profili per cui le banche devono esercitare la massima vigilanza.

L’assenza di documentazione o il non aver terminato i lavori non costituiscono un problema, perché nessuna banca darebbe il benestare alla cessione se si verificassero queste condizioni. Ci sono invece altre situazioni che lasciano ampi margini di incertezza interpretativa, in particolare:

  • l’incoerenza patrimoniale tra il valore dei lavori e la situazione reddituale e patrimoniale dei beneficiari;
  • l’incoerenza tra importo delle opere e valore dell’immobile per cui vengono eseguite.

Un’interpretazione restrittiva di questi criteri impedirebbe di effettuare la riqualificazione di un vecchio stabile popolare abitato prevalentemente da persone a basso reddito. Servirebbe quindi una definizione più precisa dei limiti entro cui si possono accettare le cessioni senza rischi.

Superbonus, l’aumento del costo dei prestiti

Quando ripartiranno le cessioni potrebbe verificarsi un aumento del costo dei prestiti che potrebbe riflettersi sul conto di chi fa i lavori.

La cessione non coprirà nemmeno tutti i costi (a fronte di una spesa di 100 per il superbonus e un credito di 110 si riceverà meno di 100) e qualora si debba ricorrere (come succede di norma) a un prestito ponte per evitare di anticipare i contanti per pagare l’impresa, il tasso dell’operazione sarà più alto.

Le cessioni del Superbonus

Sul portale SiBonus (Promosso dalle Camere di Commercio d’Italia e dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti) è possibile offrire crediti a chi è disposto a comprarli.

Il dato medio di cessioni sul superbonus è dell’11,4% sul credito. Significa che per ogni 100 euro, che darebbero diritto a un rimborso fiscale di 110, si ottengono 97,46 euro.

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