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Come mettere in affitto la propria casa per le vacanze

Le case vacanza non sembrano avere risentito dell’emergenza sanitaria, anzi: quest’estate si prospetta un vero e proprio boom di richieste per appartamenti, ville o casolari messi a disposizione dai privati. Un’opportunità sia per coloro che desiderano trascorrere le ferie in ambienti meno affollati rispetto agli alberghi sia per coloro che possiedono un immobile e vogliono guadagnarci qualcosa con gli affitti brevi, cioè con durata massima di 30 giorni e 29 notti. Ecco tutto quello che c’è da sapere se rientrate nella seconda categoria.

Che cosa dice la legge

Le case vacanza, a differenza dei bed and breakfast, non sono prima abitazione e pertanto la loro gestione, che a livello normativo rientra nella sfera regionale, rappresenta un’attività occasionale. Per intraprenderla occorre presentare al Comune la SCIA, cioè la segnalazione di inizio attività, mentre per garantire i clienti è bene sottoscrivere polizze assicurative ed effettuare denuncia alla questura.

Contratto e aspetti fiscali

Il contratto per questo tipo di immobili non deve essere registrato, a meno di non superare i 30 giorni di permanenza. Quanto agli adempimenti fiscali, i guadagni andranno inseriti in dichiarazione dei redditi (a meno che la casa vacanza non rappresenti una vera e propria attività imprenditoriale, per cui sarà necessario possedere la partita Iva). Non dimentichiamo, infine, che la tassa di soggiorno, ove prevista dal Comune, va aggiunta alla tariffa richiesta.

Strategie vincenti

Per ricavare il massimo dal nostro immobile, rispondiamo velocemente alle richieste dei clienti, offriamo loro consigli e cartine sui luoghi da visitare, curiamo la pulizia e, specialmente in questo periodo, prestiamo attenzione anche al tema della sanificazione, magari investendo in un purificatore per combattere funghi, virus e batteri.

di Laura Fabbro

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