Un “appartamento-navicella spaziale” smart e autosufficiente, non solo dal punto di vista energetico ma anche idrico, in grado di resistere ai climi più estremi… terrestri e non. Parliamo di Moon, innovativo prototipo che sarà presentato da un team italiano al Solar Decathlon 2020, competizione internazionale in cui le università di tutto il mondo si mettono alla prova nella progettazione e costruzione delle abitazioni del futuro.
Tecnologie a prova di spazio
Il progetto è stato pensato da un gruppo di studenti dell’Università degli Studi Roma Tre coordinato dalla professoressa Chiara Tonelli. Quest’ultima ha spiegato che Moon potrà offrire riparo e comfort anche nel deserto di Dubai, sede del Solar Decathlon, grazie all’utilizzo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia prese in prestito direttamente dall’ambito spaziale. Sulle pareti esterne, ad esempio, saranno applicate le stesse vernici usate per lo shuttle, che possono sopportare temperature molto elevate e dissipare il calore, mentre le tende saranno realizzate con fibre di basalto, carbonio e vetro.
La sfida della sostenibilità
Grazie alle tecnologie più innovative, Moon sarà in grado di soddisfare il primo requisito richiesto ai partecipanti della competizione: la sostenibilità ambientale. Per ottenerla anche in fase di realizzazione, gli studenti di Roma Tre hanno pensato a un metodo di riciclo delle acque grigie e nere che non comporti la creazione di una rete fognaria e idrica nel deserto. Grazie a un particolare processo, le acque reflue vengono sterilizzate e riutilizzate come potabili, esattamente come avviene nelle navicelle spaziali. Inoltre, il progetto è alimentato a energia solare: prevede l’utilizzo di un sistema fotovoltaico e l’involucro esterno è realizzato con un materiale che protegge dall’escursione termica e purifica l’aria circostante attraverso un processo di fotocatalisi.
di Laura Fabbro
Immagine tratta da: La Repubblica
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