Aumentano le nuove pratiche fallimentari, ma al tempo stesso si registra un calo di quelle pendenti: segno che i tribunali italiani hanno ripreso a svolgere la propria attività con i ritmi precedenti all’emergenza sanitaria.
A scattare questa fotografia basata sui dati del Ministero della Giustizia relativi ai primi sei mesi del 2021 è Cherry Sea, l’osservatorio sulla giustizia fallimentare di Cherry srl. Ecco i numeri nel dettaglio.
Nuove pratiche, +60% nel primo semestre 2021
Le nuove pratiche fallimentari registrate fra il 1˚˚ gennaio e il 30 giugno di quest’anno sono state 4.877, cioè il 60% in più rispetto a quelle del primo semestre del 2020. A fronte di questo aumento, bisogna però evidenziare che anche i procedimenti risolti sono cresciuti, passando dai circa 5.400 del 2020 a oltre 7.700.
La capacità dei tribunali di gestire il flusso di lavoro emerge soprattutto se si esamina la percentuale di pratiche pendenti, che sono scese in media del 4%. In particolare si segnalano le ottime performance di Modena, dove lo stock è calato del 9% nell’arco di sei mesi, Milano (-5%) e Bari (-2%).
L’eccezione di Roma
Se si analizzano i primi venti tribunali in Italia per numero di pratiche pendenti, si nota una diminuzione generalizzata dei procedimenti ancora da chiudere, con una sola eccezione: Roma. La Capitale, che è anche la città con lo stock più voluminoso (oltre 5mila pratiche aperte), non è riuscita a gestire il proprio arretrato, anzi: nell’arco del primo semestre del 2021 il carico è aumentato del 3%.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle procedure fallimentari, la maggior parte si concentra fra le regioni del Nord (29.396) e quelle del Sud (25.289), mentre un terzo (circa 18mila) riguarda il Centro. A guidare la classifica delle regioni con più pratiche in arretrato troviamo la Lombardia con oltre 12mila seguita dal Lazio (8.636) e dalla Campania (6.976).
di Laura Fabbro
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