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Immobili per affitti brevi, la domanda sembra destinata ad aumentare

La domanda di immobili da destinare ad affitti brevi è in aumento e sono sempre più i proprietari che si affidano, per la gestione degli immobili, a realtà professionali: è quanto emerge da uno studio che mette a confronto di dati di Halldis, operatore nazionale negli affitti brevi, con quelli di Vacation Rental World Summit (Vrws) 2021, il summit mondiale dell’extra alberghiero. 

Affitti brevi: in aumento la domanda di immobili

L’industria mondiale degli affitti brevi comprende circa 15 milioni di proprietà e 100mila manager che li gestiscono per un valore di fatturato pari a 150 miliardi dollari.

Il report prevede che nei prossimi cinque anni la domanda aumenterà sino a richiedere 5 milioni di proprietà in più per soddisfare l’aumento della domanda. In Italia solo il 12,9% degli operatori gestisce più di 50 proprietà, in Europa il 13,6%, mentre nel Nord America la percentuale sale al 17,9%.

Chi gestisce di affitti brevi, guadagni a confronto

Lo studio di Halldis evidenzia come oggi i proprietari si rivolgano sempre più a strutture managerali per la gestione dei loro immobili destinati ad affitti brevi: dai dati emerge che circa il 30% del fatturato venga impiegato per costi di gestione e marketing, di cui il 25% in management fees e il 15% in OTA (Online Travel Agencies).

Le spese di un proprietario che opta per una gestione individuale e autonoma si attestano attorno al 3% per comparire su piattaforme come Airbnb più 5% del fatturato tra spese in pulizia e costi di call out. Dai dati emerge però che un proprietario che si affida a una gestione professionale dei proprio immobili può arrivare a guadagnare fino al 10% in più rispetto al proprietario fai da te.

di Aurora Tamigio

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