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La crisi immobiliare cinese penalizzerà l’Italia?

Anche la Cina rallenta. Nel Paese è in corso una crisi immobiliare senza precedenti, che potrebbe portare in futuro ripercussioni anche in Europa.

Innanzitutto, bisogna rilevare che il Paese ha avuto una crescita di circa il 5%, un risultato non soddisfacente per i ritmi che avevano fino ad ora caratterizzato la Cina.

Tra i settori particolarmente in difficoltà nel colosso asiatico troviamo quello immobiliare, che ha mostrato diversi limiti strutturali. Uno dei maggiori punti deboli è, sicuramente, legato al forte ricorso al debito che ha caratterizzato negli ultimi anni la crescita del settore.

Ora, di fronte a un netto rallentamento della crescita, questo fenomeno non può che portare ripercussioni significative.

Crisi di liquidità e rivolta dei mutui

Attualmente, in Cina più di 300 progetti immobiliari in fase di realizzazione vivono una crisi di liquidità causata dai mancati pagamenti delle quote di avanzamento lavori da parte degli acquirenti.

Questa situazione porta a sua volta un ammanco nei conti delle banche, quantificato fin a questo momento nella cifra di circa 300 miliardi di dollari.

A questo si aggiunge la cosiddetta “rivolta dei mutui“,  una forma di protesta che ha portato le famiglie cinesi a non pagare le rate dei mutui per contestare la mancanza di aiuti del governo, quest’ultimo concentrato invece sul salvataggio di Evergrande, la più grande società del settore che negli ultimi tempi è balzata alle cronache per le malversazioni di alcuni top manager.

La sfiducia dei cittadini è, inoltre, alimentata dalle rigidissime politiche anti-Covid, attive nonostante gli scarsi contagi nel Paese. Questo contesto sfavorevole ha provocato da aprile a giugno un calo costante dei prezzi delle case nelle 70 più grandi città cinesi e, tutt’ora, non pare esserci un’inversione di tendenza.


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Le possibili ripercussioni sull’Italia

Per il momento, le ripercussioni sul nostro Paese sono limitate, l’Italia soffre invece maggiormente per la crisi legata alla guerra in Ucraina.

Ma qual è invece la situazione del nostro mercato immobiliare? Dopo un 2021 particolarmente vivace, caratterizzato da un 30% in più di compravendite residenziali, il secondo trimestre del 2022 ha registrato un calo del 5,6%, tutto sommato contenuto.

La domanda abitativa resta però a ottimi livelli, caratterizzata dalla ricerca di spazi più grandi, che consentano di avere spazio all’esterno o un ambiente da dedicare allo smart working.

Le previsioni per il futuro non possono essere slegate dall’andamento dei mutui che, negli ultimi mesi, hanno visto aumentare i tassi di interesse, pur restando al di sotto delle medie storiche.

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