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Spazi di lavoro più flessibili: lo studio realizzato su WeWork

La domanda di spazi di lavoro più flessibili e a misura d’uomo è in continuo aumento, sia i lavoratori autonomi sia le medie e grandi aziende oggi richiedono a gran voce nuovi spazi e nuovi concept.

Questa necessità in parte è anche una conseguenza dell’esperienza Covid, ma soprattutto è figlia di un approccio lavorativo che vuole riqualificare la quotidianità, partendo proprio dal luogo di lavoro.

Il caso di WeWork

WeWork, azienda statunitense con 527 mila iscritti e uffici in 111 città sparse su 29 paesi del mondo, a dicembre 2021 ha registrato una crescita sequenziale tra le vendite lorde di scrivanie, l’occupazione e gli abbonamenti all access.

WeWork è stata fondata a New York nel 2010 da Adam Neumann e Miguel McKelvey. Nel 2008 i due avevano aperto uno spazio di co-working a Brooklyn che ebbe un grande successo e, con la vendita di questa realtà, trovarono i fondi per aprire l’azienda.

Era il periodo in cui, a causa della recessione, le persone cercavano di risparmiare su alloggi, uffici, spostamenti e, nonostante le motivazioni oggi siano differenti, questa idea risulta ancora vincente.

Alcuni dati

Le loro vendite lorde a dicembre sono state pari a 66.000 scrivanie, un bell’aumento rispetto ai due mesi precedenti:

  • 43.000 a ottobre 2021;
  • 55.000 a novembre 2021.

A dicembre, il tasso di occupazione fisica consolidato preliminare era del 63%, in miglioramento di sette punti percentuali rispetto alla fine del terzo trimestre 2021. 

Le iscrizioni preliminari all access sono aumentate di 4.000 unità, passando dalle 41.000 di novembre 2021 alle 45.000 di fine anno. Le vendite lorde consolidate preliminari di scrivanie per il Q4 2021 sono state 164.000, con 9,9 milioni di piedi quadrati venduti. Complessivamente le loro iscrizioni globali hanno registrato un aumento del 2,25% mese dopo mese.

di Linda Compagnoni

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