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Tutto sull’architettura biomimetica

La sfida che si trovano a fronteggiare oggi architetti e urbanisti è quella di progettare edifici e città a basso impatto ambientale, efficienti e al tempo stesso armoniosi dal punto di vista estetico. Dove trovare l’ispirazione? Semplice: dalla natura. Si chiama biomimetica ed è l’ultima frontiera della bioedilizia. Scopriamo di che cosa si tratta.

Termiti maestre di design

Osservando i nidi delle termiti notiamo subito due aspetti fondamentali: da una parte sono realizzati con fango e argilla, quindi materiali del tutto naturali e sostenibili, dall’altra rappresentano un capolavoro di ingegneria grazie a vere e proprie gallerie che permettono il passaggio dell’aria al loro interno. E questo è solo un esempio di costruzioni realizzate da animali a cui l’uomo può guardare per progettare a sua volta edifici sostenibili. In altre parole, la natura non è solo un patrimonio da rispettare, ma anche una maestra da imitare. Lo avevano già capito celebri personaggi del passato come Leonardo e Gaudì, con la differenza che oggi la tecnologia aiuta a comprendere ancora meglio le forme di aggregazione naturali, a cominciare da quelle dei microbi.

Qualche esempio

Come si intuisce dal nome, l’Abalone house, studiata dalla società britannica Exploration Architecture, si è ispirata al guscio del mollusco abalone (chiamato anche orecchia di mare) per la creazione di un tetto dalla struttura ondulata che ha richiesto l’utilizzo di metà del materiale consueto. O la città anfibia pensata dall’architetto Vincent Callebaut partendo dall’analisi del funzionamento di una foglia di ninfea, ma anche le serre a forma di scarafaggio in grado di raccogliere acqua dolce nel deserto e i tavoli che, su modello della struttura del corallo, richiedono pochissimo materiale per essere realizzati.

di Laura Fabbro

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